lunedì 3 settembre 2018

I ricordi di una ragazzina

Quando ero ragazzina avevo un poster sul mio letto di sant'Agata, e io vi avevo scritto col pennarello "W sant'Agata, ti voglio tanto bene!".
Sono sempre stata affascinata da questa festa: le luci,i suoni,i colori mi mettevano allegria, tutto diventava un tripudio di gioia che culminanava nel solenne incontro con Lei, il 4 mattina per la messa dell'Aurora.
Quello che amavo di più della festa era il poter camminare per le strade della mia città con sant'Agata: lo trovavo bellissimo, e sembrava come se il luccichio della gara benedicesse tutto ciò che stava intorno.
Ora sono cresciuta, ora vedo la realtà, ora so la verità, ora capisco le anime. Quei colori e quei suoni sanno di ipocrisia, e quel luccichio fa risaltare tante inutili beghe per la smania di potere. Dov'è la gioia, dov'è lo stupore e l'emozione di rivederti ancora, o Agata Santa?
Ma se guardo negli occhi della gente, lì vedo una lacrima. Oh sante e amate lacrime! Dove si nasconde ogni impeto e ogni moto del cuore umano!
La scorsa festa mentre ero alla festa, accanto a me vi era una donna che piangeva e ti guardava, certamente ti parlava del suo dolore. Ho sentito una gran pena al cuore, e girandomi verso di lei le ho dato il prezioso cotone che sta a contatto con le tue reliquie. Quella donna mi ha abbracciato e pianto più forte.
A distanza di mesi penso ancora a lei, chissà se le sue preghiere sono state esaudite, ma di certo mi ha dato una grande lezione: non è alle grandi e magnificenti azioni che devo badare, ma ai piccoli è silenziosi gesti che nessuno guarda.
È lì che troverò di nuovo quelle luci e quei colori, è lì che si farà largo l'arcobaleno che mi condurrà al castello di Dio.
Floriana Rao

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