Essere infermiere significa nascondere le tue lacrime e iniziare a disegnare sorrisi sui volti delle persone. (Dane Basem)Oggi è la giornata degli infermieri, io infermiere non lo sono.
E mi sono chiesto spesso a che cosa serva avere la malattia dentro casa.
Non so darmi una risposta, posso però testimoniare qualche lezione, perché sì, anche la malattia porta le sue lezioni.
E se è vero che la vita è un continuo cambiamento, se è vero che ti cambia le carte all’improvviso, se è vero che tutto ciò che è vivo muta, talvolta i cambiamenti sono talmente repentini che nemmeno te li aspetti.
Nella malattia non si pensa più al futuro buono o cattivo che sia ma solo al presente, Il malato impara a progettare più il da fare.
Non dice “quando guarisco faccio questo o quello” nemmeno “ora muoio” anche se sa che potrebbe non arrivarci.
Non pensa “ora guarisco e mi passa” anche perché non è affatto detto.
Si pensa all’oggi.
Il domani non esiste.
E cambia il percepire del tempo e delle cose, cambia tutto.
Se hai una malattia grave come un tumore questa ti ruba tutto, ti ruba le forze, ti ruba l’estetica, ti ruba un equilibrio interiore, ti ruba lo stare bene con te stessa, hai un picc nel braccio con un tubo che ti arriva fino al cuore e il tuo corpo non è quello di prima, ti ruba un lavoro e quindi un indipendenza economica, ti ruba la possibilità del contatto sociale perché devi evitarlo a tutti i costi perché sei con basse difese immunitarie e anche un influenza può essere pericolosa, ti ruba la possibilità di programmare quindi il tuo futuro perché non sai ne quando ne se finirai, ogni giorno ti svegli diversa stai bene e improvvisamente stai male una cosa oggi la fai e domani non puoi.
La chemio non è assolutamente una garanzia di guarigione la tua vita è un soffio di vento, ma ogni vita in realtà lo è perché chi può dire cosa accadrà domani ?
Quando prendi atto di tutto questo hai due strade e naturalmente le percorri entrambe alternativamente o cadi in un baratro di depressione pensando a tutto quello che ti si è stato tolto oppure pensi che tutte queste cose sono superflue e decidi di vivere senza concentrandoti solo sull’ attimo presente su quello che sei e che fai nel preciso momento in cui sei e fai.
Sii viaggia in sinusoide in entrambe le strade.
Momenti in cui pensi a tutto in nero e momenti in cui vivi con leggerezza l’attimo presente trovando la forza.
Il tuo corpo cambia e non ti riconosce più nel suo corpo non solo perché non hai i capelli ma perché non hai forza, perché trascini le gambe perché ti fanno male le gengive, perché non puoi avere le mestruazioni, perché a volte non puoi muoverti.
Noi siamo abituati a pensare al nostro sè guardandoci allo specchio ma quando nel giro di poche settimane é come se ti prendessero e ti mettessero in un altro corpo che conserva a stento i connotati ma poi è cambiato tutto intimamente pensi a cosa è davvero il tuo sè ?
Cosa sei tu?
E se la chemio ti fa dimenticare le cose, ti fa perdere la voce, non puoi più cantare, non hai più moviemento chi sei tu?
Cosa sei stata prima ?
cosa sarai dopo ?
Tutto diviene superfluo.
Chi vede una persona malata è solita dire “Eh presto finirà e ti cresceranno i capelli” oppure “Dai che è tutto temporaneo”.
Chi vive con una persona malata invece si abitua alla sua fragilità e si trova obbligato a dover esplorare la propria, si trova obbligato a fare i conti con le proprie paure, con i propri limiti, con tutti i preconcetti inutili che si era fatto, col non saper cosa dire o cosa fare, col sostenere una persona debole di forze, avere paura e non farlo notare, col svegliarsi la notte e vedere se respira, col voler catturare ogni momento perché sai che potrebbe essere l’ultimo.
Ogni sorriso diventa prezioso come un tesoro e che ci siano soldi, potere o lavoro non importa più, l’importante è sfiorarne ancora la mano, sempre più magra, sempre più pallida, l’importante è sentire l’odore, la voce.
E quando sbagli, quando parli troppo, quando non sai cosa dire, quando ti perdi nelle banalità di questa umanità fatta di cose superflue con una persona che ha rinunciato a tutto il superfluo accettando la croce.
Allora sei lì come Maria ai piedi di Gesù.
Parlare o tacere ? Essere o non essere ?
Stabat Mater dolorosa.
Non so cosa provi un infermiere che vive il dolore attorno a se ogni giorno, che vive in un mondo sanitario allo sfracello che spesso deve sentirsi critiche e maledizioni dei parenti, che vede le lacrime nascoste del malato che ha paura, che li vede uscire, tornare, uscire ancora, tornare e spesso non uscire più.
Non lo so.
So però una cosa, che mentre questo mondo scorre veloce, che fa guerra appresso alle cose futili ci perdiamo le cose importanti.
Chi sarà arrivato in fondo a questo post lo penserà … due minuti e poi tornerà alla solita vita, lo scorrere dei social, i messaggi whatsapp, la TV o Youtube.
Inseguiamo il tempo perdendo tempo e la vita scorre, ti cambia le carte, cambia forma.
Tutto andrà per il meglio, diretto verso la luce e noi impareremo che DIO vive nel presente e che il dolore e l’amore sono forse la più grande lezione per comprendere un emozione.
Che Agatha, che è anche patrona degli infermieri.
Che l'apostolo e l'angelo giovinetto ci aiutino a portar conforto agli ammalati nel corpo e nello spirito.
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