venerdì 3 settembre 2021

“SONO STANCA DELLA VITA…”


Con mio stupore ieri sera ho letto un lungo post scritto da una ragazza di 23 anni in un gruppo Facebook.

Non era un gruppo religioso o spirituale, un gruppo semplice dove chi parla del più e del meno.

Non c’era una ragione per cui la ragazza si dicesse stanca, lo era e basta, era stanca di svegliarsi la mattina, di incontrare la gente di “sopravvivere”, una ragazza che per sua stessa ammissione  non crede in DIO, né al paradiso né all’inferno, quindi per cui la vita non ha una direzione né una meta.

Ho letto questo post con un nodo al cuore e ho letto con molto più dispiacere i commenti, ovviamente c’erano le classiche frasi di conforto e di incoraggiamento e poi i commenti che prevalgono su Facebook, quelli al sapore del veleno: “Stanca a 23 anni ? ti farei fare cambio con mia sorella che è morta di tumore”, “Stanca ? hai una vita davanti” “Perché non ti fai un giro nel reparto oncologico così ti passa la voglia di dire cavolate” e così via…


Magari non lo so  sono le stesse persone che se leggono sul giornale di un giovane suicida mettono le mani in preghiera, che scrivono “riposa in pace” o magari si lamentano dicendo “ma perché nessuno lo ha aiutato quando era vivo ?”

Ma il punto non è questo.


Il punto è che se c’è una sofferenza interiore non ha molta importanza fare i paragoni, dire “Eh allora chi ha un tumore che deve dire ?” “Eh allora chi ha un lutto che deve dire ?” 

Pensiamo davvero che con questa gara al “dolorimetro” possiamo essere di conforto ? o magari mortificando il dolore degli altri ci sentiamo migliori ?


Pensiamo per un attimo a Gesù, se qualcuno veniva a piangere il suo dolore lui non andava a dire “eh ma allora io cosa dovrei dire che devo andare in croce ?”

Gli atti del martirio di Sant’Agata ci dicono per esempio che lei confortò gli altri prigionieri, confortare gli altri prigionieri (di cui non tutti erano innocenti come lei sia chiaro) non significa dire “Ma perché piangi ? Facciamo cambio ?” no.


Significa a volte stare zitti, dare una pacca nella spalla, sedersi con la persona in quella stanza buia e dolorosa e dire “Dove tu vai io vengo”.


Molta gente non sa parlare, il problema è che spesso chi non sa parlare non sa nemmeno stare zitto.

E allora impariamo stare uniti, impariamo a capire e non a compatire e impariamo a non aver paura del dolore altrui e ad affrontarlo anche attingendo al nostro dolore e se proprio non riusciamo impariamo a stare zitti, che il silenzio è solenne ed è un tesoro importante.


Detto ciò vorrei spendere due parole anche su questa ragazza che non conosco, non ha detto le sue motivazioni e se ci sono non le conosco, così come non conosco nemmeno lei.

Non è però l’unica.

E in questo mondo che sembra una processione di Sant’Agata senza capomastro è molto facile ritrovarsi così senza sapere dove andare, né perché farlo, se non sai cosa fare ne hai motivi per farlo è chiaro che ti svegli senza voglia la mattina, la tua vita non ha una meta.

Si può forse biasimare ? no.


Cosa possiamo fare noi Cristiani ?

Possiamo mostrare la luce !

Mostrare la luce non significa fare le lunghe omelie, quelle non servono a nessuno.

Mostrare la luce significa essere luce e poi vivere insieme agli altri.

Mostrare la luce è essere amore e far vedere che la nostra vita ha un senso, nonostante la fatica, nonostante il dolore, nonostante i momenti no, nonostante i pianti e le arrabbiature.

Non c’è bisogno di ostentare nulla, di difendere nulla.

L’amore se si libera sa propagarsi da solo e la luce quando c’è si vede in mezzo al buio anche a chilometri di distanza.


Auguro a quella ragazza di trovare la sua via e trovare la voglia di vivere, perché la vita anche nel peggiore di dolori vale la pena di essere vissuta, non fosse altro che per il fatto che abbiamo il POTERE di cambiare le cose, in ogni momento, anche solo mostrando amore appunto.


E auguro a ognuno di noi, me compreso di essere luce e trovarla.


Perché nessuno è tanto insignificante da meritare di restare solo nel momento del massimo dolore.


Che la nostra sorellina Agatha ci guidi in questo compito.

La strada verso il castello di DIO.



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